Martina Milos si laurea nel 2016 in Filosofia Politica con tesi sul rapporto fra cittadini in uno stato democratico e immigrati; nel 2017 svolge il Servizio Civile a “Mani Tese Milano” organizzando percorsi didattici sull’immigrazione per insegnanti, alunni e volontari dei campi di volontariato estivi; nel 2018 frequenta a Venezia il “Master in progettazione sociale sull’immigrazione”, stesso anno in cui partecipa alle attività dell’associazione “casa di Amadou” – che si occupa di attività ricreative e di ricerca del lavoro in favore dei migranti – e svolge un Tirocinio a “Mani Tese” nell’area advocacy e campagne; nel 2019 lavora nel CAS di Varese presso l’ex Cinema Vela; dal 2017 ad oggi ha collaborato con il NAGA di Milano nel gruppo “accoglienza”.
Martina si è rivolta a noi del COVO al fine di dare vita a una rete cittadina che si attivi nell’aiutare gli immigrati irregolari presenti nella nostra provincia a comprendere – ed eventualmente a beneficiare – della Sanatoria contenuta nel “Decreto rilancio”, la quale sarà aperta dal primo giugno al quindici luglio.
Con il “decreto rilancio” del 13 maggio 2020 si è aperta per alcune tipologie di immigrati irregolari la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. In condizioni normali, per i cittadini stranieri non è possibile svolgere attività lavorativa se non possiedono già un regolare titolo di soggiorno, ma le possibilità di ottenerne uno secondo i tortuosi percorsi della legislazione italiana sono pochissime. Per un gran numero di immigrati l’unica via che si apre se scelgono comunque di venire in Italia è quella dell’invisibilità: lavorare in nero e sperare di non essere notati, in attesa di tempi migliori.
La sanatoria appena promulgata è stata salutata da più parti come l’arrivo di tempi migliori, perché dal 1 giugno al 15 luglio consentirà di fatto ai datori di lavoro di stipulare un contratto regolare con i loro dipendenti stranieri irregolari, consentendo eccezionalmente a questi ultimi di ottenere un permesso di soggiorno al di fuori della prassi ordinaria. In sostanza, considerato l’insostituibile ruolo che i lavoratori stranieri hanno in alcuni settori produttivi, la sanatoria chiude un occhio sul fatto che tecnicamente non dovrebbero trovarsi in Italia né tanto meno lavorarci. Siete qui e siete utili, sembra dire. Tanto vale che lo riconosciamo.
Purtroppo il criterio dell’utilità, delle braccia, della forza-lavoro che passa attraverso un rubinetto che si chiude o socchiude in base alle esigenze della congiuntura economica, ha dato all’intero provvedimento un taglio estremamente restrittivo. Sono poche le categorie a cui la sanatoria si rivolge ed è naturale chiedersi quali saranno le possibilità reali per tutti quei lavoratori invisibili la cui regolarizzazione non è considerata economicamente necessaria in questo momento.
Stando a quanto si legge nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale, può darsi che saranno molti i “non necessari”. I settori produttivi in cui si potrà far emergere il lavoro irregolare sono solo l’agricoltura, l’allevamento, la pesca, il lavoro di cura delle persone non autosufficienti e la collaborazione domestica (badanti e colf). Ci saranno oneri per il datore di lavoro che avvia la pratica e cause ostative che escludono un’ulteriore quota di beneficiari.
D’altra parte, molti punti del provvedimento non sono ancora stati definiti e può darsi che i chiarimenti che si attendono per i prossimi giorni consentano un’interpretazione più favorevole. Gli spunti per ricavare un ampio margine di manovra non mancano e forse anche questa prima, parziale apertura alle regolarizzazioni sarà positiva per un gran numero di persone. Sicuramente questo dipenderà anche dall’impegno di associazioni, gruppi informali, sportelli di consulenza e organizzazioni di ogni genere che vorranno impegnarsi per raggiungere più persone possibile, intercettare i possibili datori di lavoro, informare i lavoratori stranieri sui loro diritti e segnalare eventuali carenze istituzionali.
Per adesso, siccome le norme sono articolate e in continua evoluzione, la prima cosa da fare è cercare di capire come funzionerà la sanatoria, chi potrà trarne beneficio e in che modo. La scheda tecnica a cura del progetto Melting Pot è un buon punto di partenza per capire di cosa stiamo parlando, mentre per una spiegazione più approfondita delle procedure è utile la guida pubblicata da CGIL Lombardia (secondo link). Per gli appassionati di decreti, all’ultimo link c’è il testo integrale. Per tutto il resto, aspettiamo aggiornamenti e incrociamo le dita.
https://www.meltingpot.org/DL-Rilancio-Emersione-di-rapporti-di-lavoro.html#.XssiCVQzZdg
Marina Milos